Klonavenus | Interview by Lunaria – Darkitalia

D: Ciao ragazzi!
Presentatevi agli utenti della nostra community e indicate una breve biografia su di voi!

Chemnitz: Ciao! Siamo Paolo Chemnitz (forse mi conoscerete di più per la mia attività da DJ che per la mia militanza nei Klonavenus!) e Saffio, un tempo già nel gruppo darkwave Sinking With Love. Dopo tanti più o meno acclamati demo, un bel po’ di concerti (anche di spalla a gente importante come Clan Of Xymox, Clony 5, Spetsnaz, Krisma, Din A Tod…) e tante apparizioni in alcune compilation, finalmente il debut album “KlonaWelt” in arrivo a dicembre.

K: Klonavenus:  monicker ermetico. “Klona” rimanda al clonare, creare in serie, mentre “venus” a Venere, quindi alla femminilità, ma anche all’erotismo. è questa una possibile interpretazione? Una femminilità prorompente ma clonata, quindi falsa?

K: Chemnitz: Hehehe ci sei andata vicina! Klonavenus inanzitutto “suona bene” ma più che altro vuole rimarcare la bellezza di oggi (da qui Venus) che ormai ha un modello predefinito, clonato appunto, ed è la bellezza televisiva (tette, culi, silicone, cervello svuotato e personalità pari a zero). Venere non esiste più perché è stata clonata infinite volte e così ha perso il suo valore antico. In poche parole con il nome vogliamo dire che Venere è stata clonata, purtroppo….

D: Vi definirei un mix tra Assemblage 23, Icon of Coil, God module, Angels & Agony, [:SINTD:]. Ho colto le vostre ispirazioni o nel vostro sound c’è di più? Voi come vi definireste?

K: Chemnitz: Credo che nel nostro sound ci sia molto ma molto di più: i gruppi che hai citato ci piacciono molto, ma le influenze sono tra le più disparate, dai Clan Of Xymox ai Lycia, passando per i Goblin, i Mesh, :Wumpscut:, Velvet Acid Christ, Pride & Fall, And One e ovviamente Depeche Mode. Ma la lista è infinita e non esiste un genere di riferimento e questo si riflette nel nostro sound, piuttosto elastico e mai statico.

K: Saffio: Le influenze sono svariate e attingono a più generi musicali. Le origini sono senz’altro la dark wave e il synth pop anni 80 rielaborati
con gusti personali e suoni più moderni.

D: Su youtube c’è il vostro video. Com’è stato girarlo? e cosa rappresenta la “maschera bianca”? è una citazione del teatro pirandelliano, umoristico e tragico allo stesso tempo? Oppure quella maschera rappresenta una metafora di noi stessi, delle nostre falsità, del nostro lato oscuro? Di quale significato la caricate?

K: Chemnitz: Il video di The Loser (Saffo si è occupato di tutto, sceneggiatura e realizzazione) rispecchia in pieno il testo della canzone, un brano sulle persone che si mettono in competizione tra di loro e finiscono per invidiarsi. Il testo vuole esaltare chi invece tratta queste persone con indifferenza nonostante le continue provocazioni, perché chi invidia è sempre un perdente: invece di guardare dentro se stesso per capire dove poter migliorare per raggiungere traguardi importanti, l’invidioso tende ad attaccare chi ha successo. Spesso poi queste persone hanno una maschera (la maschera bianca del video), perché non si vogliono far riconoscere e si nascondono dietro continue falsità. Infine la citazione c’è, ma è dantesca (gli occhi cuciti, come nel girone dantesco degli invidiosi). Beh, è stato molto divertente girare The Loser, pochi mezzi ma molta creatività.

D: Volete già anticiparvi le caratteristiche del vostro debutto? Cosa ci dobbiamo aspettare da voi?

K: Chemnitz: Il debut album uscirà entro la fine dell’anno per EK Product, label italiana che sta davvero facendosi conoscere ovunque grazie anche agli ottimi gruppi che sta pubblicando (Escalator, Spektralized, il disco solista di Gin Devo dei leggendari Vomito Negro…. tra i tanti!). Il disco si intitolerà KlonaWelt, in tutto dieci tracce più alcuni remix esclusivi: un paio di brani sono delle versioni rivedute e aggiornate dei nostri vecchi classici, ma la caratteristica principale del disco sarà la varietà di stili, che come al solito sarà apprezzata da un pubblico più aperto di mente al crossover di generi. Infine, molte songs presenteranno dei samplers presi da alcuni film, visto che io sono un grande patito di cinema; cinema e musica sono due grandi cose, quando poi riescono a convivere ancora meglio direi!

D: Avete già anni di permanenza nell’underground dove siete stati spesso recensiti come “top demo”. Pensate che l’essere arrivati al traguardo del primo cd ufficiale sia, d’ora in poi, “stressante” (in fondo, “la strada è ancora in salita”) oppure al contrario questo vi carica di energia, pronti a sfoderare grinta e coraggio?

K: Chemnitz: Premesso che la strada è davvero in salita visto che io vivo a Roma e Saffio vive a Berlino in pianta stabile da oltre un anno, questo non significa che dobbiamo deprimerci, anzi può essere letto come uno stimolo a fare sforzi ancora maggiori per ottenere qualcosa. Il fatto di aver ricevuto grandi recensioni in passato ha significato poco o nulla, i concerti in Italia sono stati molto pochi per colpa di un pubblico pigro e a volte esterofilo ma spesso anche per colpa di organizzatori che pensano a valorizzare più il fotografo di poser o la cubista in PVC delle loro serate che la musica ed il talento di qualche gruppo emergente. Si va avanti, nonostante tutto, con tanta passione perché in Italia ci sono persone che ancora credono nella musica e noi facciamo questo anche per loro. Support music not fashion è uno dei nostri motti!

K: Saffio: è un traguardo a mio avviso meritato, dopo numerosi demo ep siamo giunti finalmente a un passo importante in cui abbiamo la possibilità di esprimere una musica con uno stile maturo e ricco di spunti che lasciano ben sperare a un percorso ancora pieno di sorprese… Speriamo in un trampolino di lancio, soprattutto in vista di concerti e festival!

D: La concorrenza al giorno d’oggi è sterminata: la sovrabbondanza di band ha causato un atteggiamento da “usa e getta” nell’ascoltatore medio, così tutto viene consumato freneticamente. Voi cosa direste e quale carta vincente pensate di possedere per “lasciare il segno” nella mente del pubblico?

K: Chemnitz: Come lasciare il segno?? Ahahaha che domandaccia. Abbiamo dei brani che (a detta di molti) restano stampati nella testa per settimane, un sound eclettico, anzi, mi posso inventare una definizione per la nostra musica?? Sì, direi che facciamo electro body wave!!! Ecco, siamo i primi al mondo hahaha quindi veniteci a scoprire immediatamente.

K: Saffio: Sicuramente è difficile oggi la concorrenza tra bands, ma siamo consapevoli che una musica piatta e sempre uguale non genera alcun interesse da parte del pubblico e della critica. La nostra carta vincente è un sound eclettico, che spazia svariati generi, in cui la creatività non conosce limiti e siamo sempre aperti al nuovo. Questo album d’esordio “KlonaWelt” concentra il nostro spirito e senso che vogliamo esprimere musicalmente.

D: Trattate di qualche concept in particolare? E se si, volete svelarcene la chiave di lettura o preferite rimanere ermetici?

K: Chemnitz: I testi li scrivo io. A parte qualche testo frivolo perché cazzeggiare ogni tanto fa più che bene, sono tremendamente ispirato dalla realtà che mi circonda, dai sentimenti positivi/negativi che provo e da alcuni film (e qui torna il discorso fatto in precedenza). Non ci sono concept, solo la mia onestà intellettuale che prova a smascherare i sottili fili di potere psicologico che governano la mente di quasi tutte le persone che abitano questo misero pianeta.

D: Ho trovato di gran classe la vostra foto promozionale, con la prospettiva in obliquo e quella torre sullo sfondo, dall’appeal fortemente cyber. Inoltre prevalgono i colori freddi e metallici come se foste già calati in qualche cyberspazio digitale, un altrove futuristico a 4 dimensioni. Volete parlarci del fotografo e….. soprattutto!! se quel paesaggio esiste realmente? Cos’è per voi l’estetica cyber, oltre che da un punto di vista di abbigliamento? La sentite anche sulla visualizzazione (molto spesso mentale) di paesaggi o mutazioni corporali? O che altro?

K: Chemnitz: Il fotografo è stato bravissimo, CNS photography ovvero Cristiano Bellocci. Ma noi con il cyber non centriamo nulla, anche se quel look e quelle foto possono trarre in inganno… e quel paesaggio esiste, è una centrale dell’Acea a Roma!! Certo, a me piace la cultura cyber(punk), ma lungi da me i ragazzini tutti colorati che ballano con le maschere antigas senza sapere neppure cosa significhi cyber, cosa significhi industrial, cosa significhi cyberpunk, senza sapere chi sia HR Giger oppure senza conoscere un film come Tetsuo The Iron Man. Quando parli di mutazioni del corpo poi mi viene in mente David Cronenberg, per noi cyber è un insieme di situazioni culturali che conosciamo/apprendiamo e che usiamo per parlare non solo di musica, ma non vogliamo confondere estetica usa e getta e presa di coscienza culturale, due cose decisamente diverse

K: Saffio: non mi sento cyber affatto: Sono il lato “romantico” del progetto.

D: Indubbiamente un electro frenetica e danzante si accompagna a scanari post atomici, luci fluo, plastica e metallo. Per esempio stilisti come Chalayan, Gareth Pugh, Arora o Cardin hanno realizzato la perfetta fusione tra vestito-corpo-plastica\metallo\ pietra. Avete qualche artista, scultore, poeta, che vi ha ispirato?

K: Chemnitz: Troppe cose: musicalmente di tutto (nella mia collezione di dischi trovi metal, house, folk, musica italiana e chi più ne ha più ne metta perché la musica mi ispira tutta… e di continuo!), a livello di letteratura adoro Borges così come Cioran, a livello pittorico amo l’espressionismo tedesco ma seguo molto anche le nuove leve neo-simboliste (sia a livello pittorico che fotografico, quindi i vari Santerineross, Witkin oppure Daniel Martin Diaz)… e poi sono continuamente ispirato dal cinema di genere, cinema estremo, roba weird oppure horror ma non commerciale. Cose che fanno male, perché sono finzione ma in qualche parte del mondo esistono.

D: Uno sguardo al futuro, non solo musicale: come lo vedete? L’umanità si sta avviando verso l’autodistruzione oppure al contrario la tecnologia ci salverà da noi stessi e basterà un chip sottopelle per sconfiggere la morte?

K: Chemnitz: Il potere ed il denaro sono tutto ciò che muove il mondo. Certo, il capitalismo è un sistema irreversibile ma prima o poi arriverà al collasso. Stanno distruggendo tutto, la natura, il libero pensare (perché ricordiamolo, la democrazia non è altro che una dittatura massmediatica… ecco appunto, ci manca solo il chip sottopelle!), ciò che resta è l’individualismo esasperato che dipinge chi cerca la propria strada personale come ‘mostro’ ma che in realtà è l’unico modo per resistere. Amando i film di George Romero, quanto darei per assistere ad un’apocalisse zombi, guardando dalla finestra gli uomini che si scannano e mangiano tra loro per sopravvivere… beh, un po’ come avviene adesso dai!!!

K: Saffio: Klonavenus rappresenta il futuro, un universo clonato in cui la tecnologia prenderà il sopravvento e si sostituirà inevitabilmente all’uomo di cui rimarrà soltanto il ruolo di pilota che deciderà la meta per l’umanità. La salvezza risiede nel sentimento, nel lato romantico dell’anima che non smetterà mai di vivere e aiutare il mondo a perseguire un fine oltre ogni traguardo effimero e materiale. Il futuro è un po’ come un tunnel buio dove in fondo si intravede sempre un bagliore di luce e di speranza… questo è il significato che vogliamo attribuire al nostro progetto.

D: Lascio a voi la conclusione!

K: Grazie per l’intervista!!!! E seguiteci sulla nostra pagina: http://www.facebook.com/Klonavenus