Duo finlandese di recente formazione, i Bodykomplex – Kris e Olaf – hanno scelto di recuperare l’EBM delle origini: ritmo cadenzato vivace il giusto, elettronica piacevole e aggressiva solo a tratti e voce ‘energetica’ che si esprime in finlandese – lingua praticamente impossibile! – a dimostrare che la musica è, comunque, comunicazione. In sostanza, chi abbia conosciuto i DAF ritrova qui la loro formula moderatamente rivista e corretta in chiave moderna, con la caratteristica dell’ironia mantenuta inalterata: un ascolto che, al di là delle considerazioni sulla novità di una simile operazione, rimane assolutamente piacevole.
Delle quattordici, brevi tracce di questo Karma – nessuna di esse arriva a quattro minuti di durata – la prima, “Kela”, irresistibilmente travolgente, è un buon esempio di quei suoni ‘vintage’ di cui si diceva. Subito dopo, “Sööri” insiste sulla stessa linea introducendo però qualche sfumatura più aggressiva in direzione dark-electro e “Sähkömies” appare ‘abbellita’ inoltre da occasionali ‘rumorismi’ in stile industrial. “Kumipuku”, uno dei pezzi migliori, pur restando nella tradizione, opta per sonorità synth-pop decisamente molto piacevoli, mentre ‘ballabile’ e ‘divertente’ sarebbero i termini per definire la seguente “Neuvoa Antavat” e, poco dopo, anche “Tee Se Itse Mies”, con il suo gradevole motivo al synth. “Häkkilintu” sembra invece cimentarsi con forme musicali un po’ più particolari e complesse ed anche la parte vocale a cura di Kris risulta assai convincente. Poi, dopo la ripresa decisa in ‘attacco’ di “Tragedia Petoksesta” e la sostanzialmente ripetitiva “Väinö”, troviamo la buona prova di “Selviytyjät”, altra godibile concessione al synth pop, per quanto sempre ‘imprendibile’ nel ritmo.
Delle ultime tre tracce segnalo poi la conclusiva “Työttömän Miehen Blues”, forse la più estrosa e la più lontana dal classico EBM, benchè la voce sia ruvida come negli altri brani: sprazzi di originalità che fanno sperare in evoluzioni future.